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“Una moltitudine di crateri e tutti i fenomeni più singolari e diversi dell’idrologia e del vulcanismo, fumarole e solfatare con caldissime emanazioni gassose rendono ragione della denominazione che gli antiche dettero alla regione a ponente di Napoli. Campi Flegrei, perché apparivano fiammeggianti”.
Tutto il territorio flegreo è infatti di origine vulcanica. Da Monte di Procida a Cuma dalle pianure di Quarto e di Soccavo, evidenti sono i risultati vulcanici più antichi che, secondo le moderne stime, risalgono ad ottomila anni fa.
I tre periodi che caratterizzano i prodotti vulcanici fanno riferimento all’ignimbrite campana, con eruzioni su una vastissima area. Dodicimila anni fa si ebbero eruzioni caratterizzate dal tufo giallo napoletano. A quest’epoca risale la formazione della caldera (bacino magmatico) comprendente le baie di Pozzuoli e di Napoli. Il vulcanismo si sviluppa, in sintesi, in tre epoche, comprese tra 12000 e 9.500 anni fa. L’ultima eruzione risale al 1538, con la nascita del Monte Nuovo.