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Nel 1956 ci fu un’interessante scoperta da parte dell’ufficiale Raimondo Bucher: un’intera città romana collocata sui fondali del golfo di Pozzuoli.
Raimondo, pilota di caccia, durante una delle sue uscite vide dall’alto delle forme sottomarine simmetriche e regolari e capì subito che si trattava di resti sommersi: da sopralluoghi, infatti, apparvero da subito strade e costruzioni antiche. Questa scoperta incuriosì anche il Papa, perché nelle Sacre Scritture si parla dello sbarco di San Paolo a Pozzuoli attraverso un canale e l’arrivo in una darsena, chiaramente visibile dalle fotografie che fece Raimondo.
Nonostante la distruzione di una parte delle colonne, dei muri e dei mosaici a causa delle ancore delle antiche navi che ormeggiavano nel porto, i resti sono ancora interessantissimi ed unici per l’intero Mediterraneo.
Nel 1960 si scoprirono i resti del Porto Giulio, ardita opera di ingegneria romana compiuta in nome dell’erede di Giulio Cesare, che ancora oggi destano grande interesse: si vedono le antiche strutture portuali, il canale che conduceva a Lucrino, i resti di nuclei abitativi e di un foro dove si commerciavano pesce, ostriche e garum (tipica salsa degli antichi romani fatta con interiore di pesce).
Si possono osservare i resti di alcune ville e della via porticata che da Pozzuoli conduceva al Porto Giulio.
Sono visibili il molo foraneo e la diga foranea.
Di eccezionale importanza, anche per il suo buono stato di conservazione, e lo splendido mosaico policromo, che nessuno, sino ad oggi, ha calpestato e distrutto. Sono metri di mosaico rosso e giallo di una villa imperiale: la corrente lo tiene immune da ogni profanazione, consentendo ai sub visitatori di assistere sott’acqua ad uno spettacolo stupendo.