Menu principale:
La Solfatara, già conosciuta dai Romani, che la denominarono “Forum Vulcani”, dimora del suo dio Vulcano, ingresso agli Inferi, è un vulcano dal cratere ellittico, che risale a 4000 anni fa e che è l’unico dei Campi Flegrei ancora attivo, con importanti manifestazioni fumaroliche. L’ultima eruzione, peraltro storicamente con accertata, risalirebbe al 1198. Conosciuta fin dai tempi più antichi per i fenomeni vulcanici, per la cura delle acque sulfuree e per le stufe calde, nel Medioevo fu inclusa tra le 40 terme più famose dei Campi Flegrei. Ancora oggi è apprezzata per le manifestazioni di vapori sulfurei alla temperatura di 160° C., le emissioni di anidride carbonica, i vulcanelli di fango bollente. Di particolare interesse risultano:
a) La bocca grande, ricordata dagli antichi come sede del dio del Fuoco, è la zona da cui prorompe la grande fumarola della Solfatara con gas sprigionato a 160°C.
b) Le stufe antiche, due grotte scavate nel fianco della montagna sul lato nord, chiamate una del purgatorio l’altra dell’inferno erano delle saune naturali conosciute già in età classica per le inalazioni dei vapori sulfurei adatte alla cura delle malattie della pelle e delle affezioni delle vie respiratorie.
c) La fangaia, alimentata da piccole fumarole e da acqua termale, ribolle alla temperatura di 100°C circa, l suo fango naturale è un ottimo rimedio per i reumatismi.
d) Il Pozzo, noto fin dal Medioevo per l’acqua termominerale, ritenuta eccellente per la cura della sterilità, della vista, delle febbri, delle malattie della pelle.